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Roma, 13 Febbraio 2018 | Presentata oggi al Viminale dal Commissario straordinario per le persone scomparse uscente Prefetto Vittorio Piscitelli la XVIII relazione semestrale sulle attività del suo Ufficio. Presente all'incontro anche il Prefetto Mario Papa, nuovo Commissario incaricato di seguire l'Ufficio per le Persone Scomparse.
"In questi dieci anni di attività della struttura", ha spiegato il Commissario Piscitelli, "lo sforzo più grande è stato quello di stimolare la consapevolezza nelle istituzioni, nelle prefetture e Forze dell’ordine della necessità di occuparsi del problema degli scomparsi non solo come dato ma innanzitutto come fattore umano".
Tra le buone pratiche anche a livello internazionale c’è il Registro nazionale dei cadaveri non identificati (RI.SC). Il sistema permette un confronto incrociato tra schede ante mortem, compilate dalle Forze dell’ordine sulla base della denuncia di scomparsa e quelle post mortem, redatte dai consulenti tecnici e medici legali che effettuano l’autopsia sui corpi rinvenuti.
Tra i risultati importanti, ricordati dal Prefetto Piscitelli, il protocollo firmato nel 2015 a Roma, riguardo i minori stranieri non accompagnati, fondamentale per la promozione e lo sviluppo di progetti idonei per prevenire e contrastare la scomparsa di minori e nel 2016 il protocollo con il ministero della Salute e con il ministero del Lavoro per prevenire il triste problema della scomparsa delle persone over 65, spesso malati di Alzheimer attraverso la sperimentazione di strumenti di localizzazione satellitare.
Piscitelli ha infine sottolineato l'importante e costante dialogo con le associazioni che sostengono i familiari delle persone scomparse e la formazione degli operatori delle Forze dell’ordine sul fenomeno della scomparsa e delle procedure di ritrovamento.
I dati
Dal 1° gennaio 1974 al 31 dicembre 2017 sono scomparse in Italia 52.990 persone, dato che è destinato ad aumentare per effetto dei flussi migratori. Un dato su cui riflettere è che le persone scomparse sono nella maggior parte dei casi non italiane (82% stranieri), soprattutto minorenni (72%) di cui però il 94% è costituito da minori stranieri non accompagnati. Naturalmente i flussi migratori via Mediterraneo incidono notevolmente sui dati relativi ai cadaveri non identificati, suddivisi in 863 e 1.637 raccolti dal mare (dato al 31.12.2017).
Il parere dell'odontoiatra forense
"una delle difficoltà nel processo di identificazione dei 'cadaveri senza nome' è proprio il confronto dei dati ante mortem e post mortem che spesso non viene eseguito dai consulenti tecnici medici legali e odontoiatri forensi, che peraltro non sempre compilano la scheda Ri.Sc. e la scheda Interpol nei casi di dubbia nazionalità", sottolinea Emilio Nuzzolese, Presidente dell'Associazione Dental Team DVI Italia che promuove migliori pratiche nell'ambito della identificazione umana forense, "l'enfasi sulla Banca Dati del DNA e identificazione non tiene in adeguato conto dell'elevato numero di soggetti scomparsi, peraltro in maggioranza stranieri, e della necessità di circoscrivere l'ambito della ricerca attraverso l'autopsia orale che permette di pervenire ad un profilo biologico generico così da orientare la ricerca dei dati ante mortem delle persone scomparse per poi svolgere l'efficace e mirata comparazione dei profili genetici ". Una delle sfide nell'ambito dell'identificazione dei 'corpi senza nome' è l'aggiornamento della raccomandazione UE 99 (3) relativa all'autopsia medico legale ma soprattutto il coinvolgimento sistematico di odontoiatri forensi in tutte le autopsie finalizzate alla identificazione.
XVIII Relazione Semestrale Dicembre 2017
Fonte Ministero dell'Interno