Il reimpianto dentario

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Frequentemente l'odontoiatria si trova a trattare pazienti per lo più da giovane età, che hanno subito dei traumi ai denti. I traumi possono verificarsi durante l'epoca della dentizione da latte, mista o permanente; si assiste ad un iniziale incremento di frequenza nei primi tre anni di vita, in corrispondenza del passaggio del bambino da uno stato di dipendenza completa del movimento ad uno stato di indipendenza relativa, successivamente tra gli 8 e gli 11 anni (cioè in dentizione mista) in relazione all'inizio delle attività sportive. L'incidenza dei traumi dentali su una popolazione scolastica di età compresa tra gli 8 ed i 13 anni è di circa il 5%, con un'incidenza doppia nei maschi rispetto alle femmine. Gli incisivi superiori sono i denti maggiormente interessati (84%) e la loro sporgenza costituisce un fattore predisponente in più dell'80% dei casi. Inoltre il 50% delle femmine ed il 70% dei maschi (con sopravanzo degli incisivi superiori rispetto agli inferiori maggiore a 6)subisce traumi degli incisivi stessi prima dei 10 anni. E' comunque osservazione comune che solo pochi fra gli infortunati e i loro parenti sono informati su come intervenire correttamente in queste evenienze al fine di minimizzare le conseguenze degli incidenti traumatici. In via prioritaria e preliminare devono essere delineati i limiti anatomici, le tipologie di fratture e le eventuali procedure odontoiatriche che si possono presentare al clinico. Il dente è costituito da una corona che sporge nella cavità orale e che è composta da smalto, dentina e polpa, da una radice che è circondata da una struttura ammortizzante denominata legamento parodontale. Il tutto è accolto nell'osso chiamato alveolo. In caso di frattura coronale in un dente permanente occorre che il frammento sia immediatamente, o appena possibile, (o dal bambino o dal genitore stesso) messo in acqua o in una soluzione fisiologica, al fine di evitare il cambiamento di colore e la disidratazione. L'odontoiatra, al quale viene offerto il frammento, provvederà immediatamente ad 'incollarlo' sul dente traumatizzato con apposite resine. La frattura della radice invece può essere evidenziata solo radiograficamente e deve essere trattata il più rapidamente possibile con l'immobilizzazione dell'elemento dentale, al fine di permettere una guarigione completa e garantire la vitalità della polpa. Un altro quadro clinico che frequentemente (4%) appare all'odontoiatra è quello della perdita dei denti permanenti, che si verifica nei bambini in cui lo sviluppo radicolare è ancora incompleto ed il parodonto molto elastico, ragioni queste sufficienti per permettere ad un leggero trauma frontale di provocare la fuoriuscita completa o parziale dei denti. In queste evenienze cliniche, il successo di un eventuale reimpianto dipende dalla rapidità di intervento. Infatti è importante sapere che, per avere buone speranze di successo, occorre che l'elemento dentale sia immediatamente riposizionato in sede ad opera del paziente, del genitore o dell'operatore odontoiatrico, previo lavaggio sotto acqua corrente per circa 10 secondi. Se questa manovra non è possibile, il dente caduto dovrà essere conservato nel cavo orale (tra labbra e gengiva), o in soluzione salina (liquido per le lenti a contatto per esempio), o nel latte, entro 10 minuti dal trauma. E' importante infatti non lasciarlo essiccare, in quanto il legamento parodontale andrebbe al fallimento del reimpianto. Gli esiti dell'intervento traumatico sull'unità dente-tessuto parodontale sono dipendenti dal tipo di trauma subito, dalla fase di maturazione dell'elemento dentario traumatizzato, dalla risposta individuale del soggetto e, come già ricordato, dalle modalità operative messe in atto per recuperare l'integrità morfofunzionale del dente lesionato.

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