Risultano anche quasi 24 mila dispersi dal 1974, secondo i dati ufficiali dell'Ufficio del Commissario straordinario per le persone scomparse, presieduto dal prefetto Rino Monaco, che ha compiuto il primo censimento.
Il presidente dell'Associazione Penelope Elisa Pozza Tasca, che riunisce le famiglie degli scomparsi, ha evidenziato che '...questo fenomeno è in crescita sia a causa dell'immigrazione che per la mancanza di un sistema efficace che consenta di incrociare scomparsi e cadaveri non identificati'.
Il prof. Fabrizio Montagna (presidente Società Italiana di Odontoiatria Legale e Assicurativa) e il dott. Salvatore Rampulla (Presidente Nazionale Associazione Italiana Odontoiatri) hanno invece, evidenziato al Ministro dell'Interno e agli enti preposti alle indagini, l'importanza di investire del problema della identificazione anche e soprattutto gli odontoiatri esperti in odontoiatria forense. La lettera riporta quanto segue:
A. Il processo di identificazione di soggetti di cui non è possibile un riconoscimento visivo e/o attraverso i rilievi dattiloscopici, impone l’impiego di procedure e protocolli rigidamente scientifici che prevedano il metodo dentale e l’esame del DNA.
B. Le statistiche relative ai metodi impiegati per l’identificazione delle vittime conseguenti a calamità naturali/accidentali e attacchi terroristici riconoscono al metodo odontologico-forense una percentuale del 70-80%.
C. Il manuale di procedure e la modulistica proposta dall’Interpol prevede l’impiego di due schede dedicate all’area odontoiatrica, con codici e rilievi da eseguirsi da parte di consulenti odontoiatri.
D. Le squadre identificative della Polizia, cosiddette DVI team, prevedono l’impiego – in tutto il Mondo - di medici legali e odontoiatri quali membri esterni.
E. La direttiva del Capo della Polizia italiana che ha istituito nel 2006 il Gruppo di Missione DVI nella Polizia di Stato prevede l’impiego dirigenti del ruolo sanitario con specializzazione in medicina legale e odontologia forense.
F. Soggetti con caratteri somatici profondamente alterati o addirittura mancanti (carbonizzati, decomposti, inumati, scheletrizzati) per i quali diventa anche improbabile l’estrazione di tracce di DNA, richiedono il complesso e delicato intervento del medico legale affiancato dall’odontoiatra esperto in odontologia forense, poiché le strutture dentali sono immodificabili anche alle alte temperature.
G. L’accertamento, spesso irripetibile, della autopsia giudiziaria di un soggetto da identificare deve poter prevedere la raccolta di tutte le informazioni utili all’identificazione, anche tardiva, della salma. |